Questo è un amore omosessuale.
Sabrina Ferilli è omosessuale da sempre mentre Margherita Buy ha trascorso tutta la sua vita come etero, costruendo una famiglia tradizionale ed avendo un figlio.
Quando arriva sulla cinquantina, momento dei bilanci familiari e della separazione dal marito, si innamora di una donna per la prima volta nella vita.
Questo passaggio da una scelta eterosessuale ad una omosessuale è sempre più frequente nella nostra società che ha finalmente accolto il concetto di sessualità FLUIDA.
La sessualità della persona si spalma lungo una retta ai cui due estremi si collocano la eterosessualità pura e l’omosessualità pura.
Nel mezzo c’è tutto ciò che possiamo metterci: dall’unica esperienza omosessuale spesso sperimentata per curiosità da molti adolescenti, al passaggio continuo tra partner di sesso diverso perché l’innamoramento è per la persona e prescinde dal genere, fino alla scelta definitiva di un cambio di orientamento sessuale.
Negli ultimi 15 anni ho visto spesso al mio studio donne tra i 40 e i 50 anni fare la stessa esatta scelta che compie il personaggio della Buy nel film.
La pellicola, sebbene girata davvero con garbo e, in certi momenti, con toni divertenti da commedia, considera TUTTE le difficoltà che da una simile scelta possono derivare: l’accettazione del sè in un’immagine diversa da quella che ci siamo sempre sentiti addosso, il problema del coming out, il timore del giudizio, la sofferenza del partner dichiaratamente omosessuale che deve “reggere” i tentennamenti di colei che sta facendo il passaggio.
Il bello del film è che ci mostra con chiarezza come le difficoltà interne ad una coppia NON dipendono affatto dal genere dei suoi componenti: i dolori dell’anima non hanno sesso.
Io e lei, 2015, regia di Maria Sole Tognazzi