Freud ebbe un lungo fidanzamento ed un lungo carteggio con la futura moglie. Nel 1885, in una delle lettere a lei indirizzate fa riferimento ad un’azione volta a rendere difficile la vita dei suoi futuri biografi. Scrive:
“Ho distrutto tutti i miei appunti degli ultimi 14 anni, nonché le lettere, gli estratti scientifici e i manoscritti dei miei lavori.
Delle lettere, ho risparmiato solo quelle dei familiari. (…) I biografi, lasciamoli lavorare e faticare: non sarà io a render loro la vita troppo facile.”
La sua idea è che le biografie siano sempre portatrici di menzogne, omissioni, abbellimenti e alterazioni e che, dunque, non siano un’opera utile.
Sarà la figlia Anna, prima sua paziente e poi psicanalista lei stessa, a raccogliere e mantenere molte delle fonti che serviranno ai tanti che, invece, di lui scriveranno. Purtroppo, molti di coloro hanno davvero fatto ciò che Freud voleva evitare.
Questo è il motivo per cui segnalo questa bella opera di Peter Gay – purtroppo non più pubblicata in hard cover ma solo in brossura.
Un testo molto completo che ci parla di psicanalisi portandoci per mano a conoscere il pensiero freudiano, ma anche a conoscere Freud uomo e il suo rapporto con la famiglia di origine, con la moglie -con cui, dopo i figli, avrà un matrimonio bianco- e con Anna che seguirà le sue orme.
Peter Gay, Freud una vita per i nostri tempi, Bompiani