GASLIGHTING: una forma di violenza e abuso psicologico prevalentemente casalingo.
Si tratta, sostanzialmente, di una forma di manipolazione che non include la violenza fisica ma che può portare l’oggetto del gaslighting all’annientamento.
Il nome deriva da una commedia teatrale degli anni ’30 (Gas light, appunto), dove il marito tenta di portare la moglie alla pazzia abbassando l’intensità dei lumi a gas e negando che questo sia vero in modo da minare la sicurezza mentale della moglie. Il progetto partirà da lì e procederà poi con altre azioni di questo genere.
Il tema è stato poi ripreso dal più famoso film di Hitchkock “Rebecca, la prima moglie“.
In buona sostanza, il gaslighter cerca di fare un lavaggio del cervello al/alla proprio/a partner inducendola/o ad annullare la sua capacità di giudizio e di autonomia.
Vengono inviati messaggi, anche espliciti, di disistima e di svalutazione :”Sei grassa/o”, “Non vali nulla”, “Non sei nessuno”, “Se ti lascio resterai per sempre sola/o” etc.
Lo scopo è quello di portare la vittima a un totale livello di dipendenza fisica e psicologica, annullando la sua capacità di autonomia e responsabilità.
Quest’ultima abbasserà, lentamente, le sue resistenze fino ad annullarle del tutto, diventando inconsapevole complice del suo aguzzino.
Vi sono 3 tipologie di aguzzino:
- l’ AFFASCINANTE. Lusinghe e complimenti si alternano continuamente a mortificazioni e a silenzi ostili, mandando la vittima in confusione.
- Il BRAVO RAGAZZO. E’ profondamente egoista pur avendo comportamenti che sembrano altruistici. In realtà tutto è centrato sulla soddisfazione dei suoi bisogni e desideri.
- l’ INTIMIDATORE. Rimprovera e aggredisce direttamente la vittima, sconfermandola continuamente.
Le fasi, per la vittima, sono 3.
- In un primo momento ci sarà disorientamento e incomprensione,
- successivamente ci sarà un tentativo di opposizione e di resistenza in cui la vittima cercherà di far capire all’abusante come stanno realmente le cose (ovviamente senza successo).
- Infine ci sarà la fase depressiva in cui la vittima comincerà a pensare che ciò che l’abusante dice nei suoi confronti sia la verità. Comincerà ai rassegnarsi, a diventare insicura ed estremamente vulnerabile e dipendente.
E’ in questa fase che la perversione relazionale raggiunge il suo massimo e la vittima tenderà a perdere lucidità e, addirittura, ad allearsi inconsapevolmente col suo aguzzino.
Il meraviglioso quadro è, ovviamente, la testa di Medusa del Caravaggio.