Il megalomane o bugiardo patologico
Ognuno di noi nella vita è entrato in contatto con persone che mentono compulsivamente.
Ma tutti i bugiardi sono uguali?
In realtà dobbiamo fare una distinzione tra il bugiardo compulsivo e il bugiardo patologico.
Il bugiardo compulsivo non riesce a non mentire.
Quella della menzogna è una posizione mentale che gli permette di sentirsi più a suo agio di quando dice la verità. Di solito la menzogna non è costruita per raggiungere un fine specifico ma è una dimensione della sua realtà.
La bugia è una risposta compulsiva, la prima che gli viene in mente.
Normalmente, questo tipo di bugiardo NON è manipolativo, non andando a ricercare nessun vantaggio specifico dalla menzogna che dice se non quello di sentirsi più al sicuro che se non la dicesse.
Al contrario, il bugiardo patologico mente sempre per raggiungere uno scopo, senza preoccuparsi delle conseguenze emotive che questo comportamento può produrre sugli altri.
Normalmente il bugiardo patologico è autocentrato e, dunque, assolutamente non empatico, e manipolativo.
Difficilmente questa abitudine alla menzogna viene percepita come patologica (è un comportamento EGOSINTONICO, cioè non in contrasto col Sè).
La terapia esiste? Da dove si comincia?
Come sempre quando si comincia una psicoterapia, ciò che è necessario ci sia è l’ autoconsapevolezza di avere un problema.
La menzogna viene utilizzata dal bugiardo patologico come schermo rassicurante e, in quanto tale, sviluppa una dipendenza ed è, dunque, molto difficile da sradicare. E’ necessaria una fortissima motivazione a smettere e l’acquisizione della capacità di distinguere la verità dalla menzogna che, frequentemente, diventano confuse nella stessa mente del bugiardo patologico.
Come comprendere se si ha davanti un bugiardo patologico?
Di solito il bugiardo patologico si racconta come grande sostenitore dei valori morali e della sincerità.
E’ una persona dotata di grande teatralità, astuzia e ipocrisia (in greco IPOCRITA significa attore). Non ha consapevolezza della sua malattia né dei gravi e importanti danni psicologici ed emotivi che può creare nelle persone a lui vicine.
Sembrano sinceri anche all’osservatore più attento.
Comorbilità
Spesso, il mentitore patologico, o megalomane, ha in comorbilità un importante disturbo di personalità: il disturbo NARCISISTICO.
Il Narcisista è incapace di empatia e, dunque, di amore.
E’ fortemente manipolativo e tende a detenere sempre il controllo della relazione spesso umiliando, tradendo e mentendo. Il ricatto morale, la colpevolizzazione, la critica e il disprezzo sono spesso suoi strumenti che rendono il partner privo di autostima e inerme. Molto frequentemente la sua comunicazione è in double bind per cui risulta impossibile dare una risposta non manipolabile, deformabile o contraddittoria.
La megalomania
La megalomania va di pari passo con la menzogna patologica e, spesso, ne è motivo. Questa patologia è definita da un apprezzamento di sé e della proprie capacità esagerato. Di solito c’è il tentativo di primeggiare e, a volte, tende a perseguire imprese quasi impossibili.
Alla base della magalomania c’è un fortissimo e patologico senso di insicurezza con un altrettanto patologico desiderio di essere degni, apprezzati dalle persone con cui il megalomane instaura delle relazioni.
Le cause
Spesso c’è un contrasto tra l’immagine di sé che il megalomane costruisce e l’immagine di sè che gli è stata proposta nell’infanzia: derisione, disprezzo, esposizione a giudizi molto duri e negativi.
E’ possibile che ci siano state nei suoi confronti aspettative troppo elevate da parte degli adulti di riferimento. La megalomania può essere parte di un quadro psicopatologico più grave e complesso ma può anche essere a sé stante o, semplicemente, una caratteristica di un temperamento tendente alla prepotenza e all’autorità. Il megalomane tende a vivere in uno stato maniacale di continua esaltazione.
Tende ad entrare in contrasto con chiunque percepisca possa offuscare la sua “bravura” e ad essere egoista, presuntuoso ed esibizionista.
In realtà, il megalomane ha una scarsissima autostima ed ha una grande vulnerabilità alla critica. Questo lo porta ad essere esposto a importanti crisi depressive che lo costringono a uno stato di impasse o a un’iperattività maniacale.
Questo contrasto tra il mondo interno e quello esterno del megalomane lo porta a confondere realtà e menzogna e ad usare comportamenti falsi quasi senza accorgersene o a sottovalutare l’effetto che questi possono avere nell’altro.
La grande preoccupazione a mantenere un Sè intatto gli rende difficile la capacità empatica e, quando il megalomane “aiuta” lo fa, spesso inconsapevolmente, per un ritorno rassicurante sul Sè: è bravo/buono/capace e questo lo salva dalla depressione.
La psicoterapia è l’unica strada possibile a volte in associazione a psicofarmaci stabilizzatori dell’umore. Lo scopo è quello di scoprire e lavorare sui meccanismi di difesa e sulla atavica e negativa immagine di Sè. Importante è anche il trattamento della dipendenza che il megalomane ha dal giudizio degli altri aiutandolo a formare un’immagine di Sè più autonoma ed auto-definita.